lunedì, settembre 29, 2008
martedì, settembre 23, 2008
la moglie nuova
Forse se n’era accorta che io non ce la facevo più, così ha cominciato a portarsi la gente a casa. Che poi a me andava anche comodo, però ero diventato lo zimbello del paese. Anche la ragazzina che serviva al bar, quella caruccia che c’avrà avuto 16 anni, parlava all’orecchio con l’amica quando entravo la mattina per cornettoecappuccino. All’inizio pensavo che gli stavo simpatico, che ci potevo provare, ma mi sono accorto che ridevano tutti, maschieffemmine. Allora o mi si volevano inculare tutti perché ero il più bello del paese oppure ridevano perché già ero inculato. Visto che sono un mezzo cesso ho pensato che forse era la seconda che avevo detto quella giusta.
Una sera incazzato come una bestia le ho detto che sapevo tutto alla stronza. Che la crepavo di mazzate se ci riprovava. Mi ha massacrato di botte. La faccia gonfia, il labbro spaccato, due costole incrinate. La mattina dopo mi è passato a prendere un amico per portarmi all’ospedale. Quando sono tornato a casa lei non c’era più. Era tornata a casa della mamma. Però mi aveva lasciato le polpette al sugo. Aivoglia a telefonare, a chiedere scusa, a pregare la mamma. Quella non è voluta più tornare.
La casa adesso è una merda. Puzza che fa schifo, puzza di immondizia, calzini sporchi, cibo avariato, puzza di chiuso, di cipolla, puzza di cesso, puzzo di sudore. Le padelle sono incrostate, il pavimento è lurido, il balcone è una discarica, il cesso non scarica.
Allora ho chiamato la Caritas, mi ha detto un amico che c’hanno un giro di badanti. Ucraine, Rumene, Russe, che a me m’ingrifano pure. Quella è venuta, ha dato uno sguardo in giro e ha sparato una cifra assurda. Mezzo stipendio per una zoccola che neanche scopa da quanto ho capito. La volevo mandare affanculo ma mi c’ha mandato prima lei.
Così, l’altra mattina, è passato al lavoro l’idraulico del paese, che per arrotondare c’ha un giro di zoccole dell’est. Tipo caritas che però scopano pure e non vogliono manco i soldi. Vogliono solo che te le sposi.
Mi ha combinato l’appuntamento e mi ha dato il numero di quest’appartamento a Silvi. Mi dice di salire al quarto piano. ‘sti palazzi li conosco bene perché ogni tanto ci venivo a puttane.
Non è che lei sia male. C’ha due tette belle grosse e i capelli biondi e gonfi. Forse una trentina d’anni ma ne dimostra quaranta. Non spiccica una parola d’italiano. Solo “ciao” “caffè” “soldi” e “amore sposare”. Insomma, alla fine mi ha fatto vedere la foto della mamma malata in ucraina, m’ha fatto due carezze ed io già m’ero eccitato. Aveva un odore buonissimo, come quel profumo che comprava mia moglie a Ovviesse.
L’ho invitata a casa mia. Ho provato a dare una risistemata veloce. Ho passato la scopa, amazzato gli scarafaggi, ho chiuso i piatti sporchi nel mobile, mi sono lavato i piedi, ho ingoiato una gigomma e mi sono pettinato.
giovedì, settembre 18, 2008
La Città Perfetta

Il ritmo e la tensione sono altissimi. Quando marca male per qualcuno senti davvero il puzzo del piscio che gli imbratta i pantaloni perché c’hanno il ferro puntato sul cervello.
Ultras, Calciatori, Manifestanti, Operai, Disoccupati, Sindacalisti, Politici, Militanti, Poliziotti, Dirigenti, Carabinieri, Studenti, Camorristi, Secondini, Rivoluzionari, Puttane, Tossici, Chiattilli, Pestoni, Giocatori, Viaggiatori, Fascisti, Finanzieri, Attori, Camerieri, Tecnici, Buttafuori, Cantanti, Tifosi, Falchi, Sottoproletari, Corrieri, Controllori, Infermieri, Medici, Anarchici, Cani, Sbandati, Contadini, Bagnanti, Gatti, Pescatori, Insegnanti, Automobilisti, Bancari, Ambulanti, Topi, Raver, Negozianti, Baristi, Preti, Garagisti. Scugnizzi, Carcerati, Giornalisti. (p. 504 – contenuti extra).
E’ dannatamente bello quando da questa moltitudine esce qualcuno che tiene voglia 'e parlà.
martedì, settembre 16, 2008
Amore Scalcinato
Vi presento il testo di una canzone che avevo scritto per la scorsa edizione dello Zecchino d'oro. Purtroppo le maglie della censura e la forte opposizione del Mago Zurlì non hanno concesso al piccolo Tino Marangò di presentare il brano dal vivo, privandolo tra l'altro di una vittoria sicura. Vani sono stati i tentativi di smussare i toni del testo mutando persino il titolo in "Canzone per un'amica". Per la cronaca il piccolo Tino si è poi classificato ottavo e la vittoria è andata a Jennifer Castriota con "Il granchio michele chele chele". Ed ora ecco a voi "Amore Scalcinato":
Sei finita sotto un autoarticolato rimorchiato
Le tue ossa spappolate dalle ruote cingolate
poi l'autista ha inchiodato proprio sopra il tuo bel viso
Solo ora che sei a pezzi mi concedi il tuo sorriso
Mentre il vigile minaccia di gettare la tua faccia
Io raccolgo i tuoi resti perché il tram non li calpesti
Metto tutto in una borsa e poi rubo un'ambulanza
La madama è alle mie spalle e m'insegue in questa danza
Sette dita in una borsa
Perdo sangue dalla tasca
Ho la pula che mi segue
E il tuo orecchio sul mio piede
Darei un occhio della testa per portarti a quella festa
Ballerei col il secchiello
Che contiene il tuo cervello
Questa è la danza dell'amore scalcinato
Il mio cuore nudo pulsa per un corpo spappolato
Ho il solo desiderio di morir fra le tue braccia
Ma per sbaglio le ho incollate al posto della faccia
La sirena taglia l'aria mentre spara la mitraglia
L'ambulanza va a manetta travolgendo una vecchietta
Poi sognando vedo Dio apparire da un vialone
Sbando sterzo e faccio strike contro una processione
In un fosso mi cappotto coi tuoi resti sul cruscotto
Le mie ossa in uno shaker bianco e con la croce rossa
Sono uniti i nostri corpi in un cockatil senza scampo
E' una coincidenza buffa finir dentro un camposanto
Sette dita in una borsa
Perdo sangue dalla tasca
Ho la pula che mi segue
E il tuo orecchio sul mio piede
Darei un occhio della testa per portarti a quella festa
Ballerei col il secchiello
Che contiene il tuo cervello
Questa è la danza dell'amore scalcinato
Il mio cuore nudo pulsa per un corpo spappolato
Desideravo solo di morir tra le tue braccia
Ma le mie mani son finite proprio dentro la tua faccia
venerdì, settembre 05, 2008
incipit per un b-movie post-atomico
Accadde così che nel 2008 come in preda ad un virus i Giovani di Pescara iniziarono ad ingerire alcohol come mai era accaduto prima. Lo shock per i genitori fù irreversibile. Mai avrebbero immaginato che i loro rampolli potessero essere contagiati da questo terribile morbo. La disperazione fece attaccare alla bottiglia anche loro. Le strade erano ormai invase da eserciti di invasati rincoglioniti che spaccavano gli specchietti delle macchine usandoli per tirare coca. Le risse e gli schiamazzi notturni sconvolgevano il sonno dei poveri residenti ancora sobri che iniziarono a tempestare di telefonate le amministrazioni per le quali avevano votato. La prima mossa da parte dei comuni fù la distribuzione gratuita di armi da fuoco a coloro che erano in grado di superare l’alcohol-test. Questo non bastò a calmare le acque.
I media, i sociologi, gli esperti della retorica si davano da fare per cercare una spiegazione logica. Come era possibile che ragazzi che in casa non bevevano neanche un goccio di vino durante i pasti si fossero trasformati in bestie assetate di sesso e violenza. Avevano fatto tutto per loro, provato a dargli un’educazione ed una prospettiva di lavoro ma poi avevano rinunciato davanti all’impossibilità effettiva.
L’unica spiegazione possibile poteva rinvenirsi in un infezione venuta dall’esterno. Fare 2+2 fu abbastanza semplice. Tutto era lampante, ancora loro, gli immigrati. Creature che si muovevano nel buio della notte cercando di traviare giovani esistenze ancora pronte a fare i conti con la realtà. Loro che vivevano nella sporcizia, annidandosi nei corsi d’acqua dove scorrevano i veleni che dalle fabbriche si riversavano nel fiume, nei cunicoli ricavati nei cavalcavia o nelle inesplorate lande che circondavano la periferia della città.
"Beh, ma non è possibile dare tutta la colpa agli immigrati" - tuonava qualcuno – "Strana gente la si vede anche dove c’è musica, soprattutto quando c’è il rock’n’roll".
Venne così convocata una riunione d’urgenza con sindaco e prefetto nell’ufficio dell’assessorato alla semplificazione. Così titolò "il Centro – quotidiano d’Abruzzo" il giorno successivo:
PUGNO DI FERRO CONTRO LO SBALLO
Misure eccezionali a difesa dei giovani