banal story
La strada che porta al mare è un ingorgo senza fine. Tutto lascia presagire una giornata orribile. Nico svolta alla prima a destra e torna sui suoi passi. Imbocca la circonvallazione che lo riporterà a casa.
Vuole solo scrivere una storia ma non ha idee. Tutto iniziò il giorno in cui scrisse una poesia per Gioa. Nico allora aveva 17 anni e tifava Milan. L’amore l’aveva avvolto in una domenica sospesa tra l’estate e l’autunno, due stagioni troppo differenti per stare così vicine. S’incontrarono per il primo appuntamento in centro. Le vetrine spente e il tedio domenicale lo mettevano in agitazione. Aveva ancora nel sangue il thè bollente che aveva bevuto prima di uscire.
La portò via dal caos in un tranquillo parco a pochi isolati. Seduti su una panchina si raccontarono aneddoti sulla scuola, sugli amici che avevano in comune e che li avevano fatti conoscere. Le loro mani sempre più strette spingevano il cuore in gola. Le loro ombre si erano già portate avanti fondendosi mentre si distendevano sulle foglie morte del prato.
L’indomani Nico avrebbe avuto casa libera. La invitò in un implosione di timidezza.
S’incontrarono nello stesso punto del giorno precedente. Gioia era profumatissima e danzava in una gonna nera portando sulle spalle un piccolo zaino. Le andò incontro a piedi. Lei spiccava tra i vagabondi del lunedì pomeriggio. Lui avanzava sicuro nella sua morbida felpa bianca. Camminarono per venti minuti prima di arrivare al finto villino acquistato dai genitori di Nico. In realtà era un modesto appartamento che occupava appena un quinto dell’intero stabile.
Le persiane della stanza da letto erano sprofondate in un buco nero. Nico avviò strategicamente lo stereo e spinse con il dito la cassetta di Battisti nel lettore. Tutto calcolato. Planarono sul piccolo letto mentre si baciavano senza controllo. Lo fecero per ore ed ore come solo gli adolescenti sanno fare. Non si tolsero neanche i vestiti. Riemersero che erano le otto di sera e i genitori stavano per rientrare.
Il giorno successivo a scuola Nico prese a scriverle una poesia. Era una poesia banale, stupida. Parlava di lei giocando col suo nome con rime simpatiche ma scontate.
Quando tornò dal bagno i compagni di classe lo guardarono nascondendo il sorriso o parlandosi all’orecchio. Solo quando fu seduto al suo posto si accorse che il foglio dov'era la poesia non c’era più. Solo a quel punto la Prof fece svolazzare in aria il foglio nell’incertezza generale. "Ma allora sei un artista!". La Prof iscrisse Nico al concorso di poesia inter-regionale per istituti tecnici con tema "Solidarietà e amore. Premio Gino Tulone".
La storia con Gioia finì dopo pochi mesi nel disinteresse generale. Anche il narratore riteneva la storia troppo stucchevole perché la si potesse continuare a raccontare. Dopo quel concorso Nico ne fece molti altri aggiudicandosi importanti premi e concorsi. La svolta nella carriera l’ha avuta con il suo primo romanzo "La danza del serpente": un thriller esoterico ambientato sul Mar Rosso dove un gruppo di turisti italiani rinviene un antico manoscritto che porterà solo sangue e tragedie nelle loro vite. Il Nuovo John Baldram (Il corriere della sera). Nico vi porterà nel più bel viaggio della vostra vita con una scrittura elegante e spassosa (Il mattino). Tenetivi attaccati all’ombrellone, questo libro vi travolgerà come un tifone (La nuova notizia). Si ride, si piange e si riflette. E’ questo il nuovo fenomeno italiano (Celeste Patresi).
Bissare il successo non è una cosa semplice. L'asfalto rovente della circonvallazione si ripete come tutti i giorni davanti ai suoi occhi. Potrebbe rifuggiarsi all'ufficio postale. L'attesa, le penne, la carta, la gente. Il posto ideale per scrivere una storia banale.
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