mercoledì, agosto 01, 2007

trip

Cosa fai quando scopri che l'aereo che deve riportarti a casa è pilotato da un tipo che si chiama Gerry Garcia?
1. Ti rendi conto di aver sbagliato aereo e al posto di un volo low cost sei salito sul Jefferson Airplaine per un trip psichedelico in direzione San Francisco.
2. Da buon fan di Lost sei preparato al peggio e te la ridi sotto i baffi pregustando l'imminente tragedia.
3. Nessuno sull'aereo sa chi diavolo sia Gerry Garcia tranne te e tutto fila liscio come l'olio nonostante il ritardo nella partenza che ti farà perdere la coincidenza.
Chi è nato a pane, fumetti e cinema come me spera sempre in un epilogo avventuroso, una singola volta in cui quello che il cervello immagina alla velocità della luce partendo da un singolo spunto si materializzi. Il copione di solito prevede un epilogo razionale.
1. Dai condotti dell'aria condizionata inizia ad uscire fumo e l'aereo si apre in cielo allungandosi e diventando una rambla infinita dove i turisti tedeschi hanno credito illimitato al gioco delle tre carte. Mi slaccio la cintura e inizio a vagare per i vicoli che sanno di piscio accompagnato da un gruppo di musicisti strappato ad una jam sassion in un angolo del Raval. Le case perdono la loro forma originaria e non hanno più angoli. Diventano morbide come budini e danzano mentre questo soffitto viola no, non esiste più. Cerco una fuga verso il mare, non ho mai visto il porto di Pescara così grande. Quando mi trovo davanti un calamaro gigante l'unica soluzione è correre, correre come un podista nel quartiere olimpico tirato a lucido proprio al ridosso delle case dei pescatori. M'imbuco nella metropolitana, fa caldo, il naso mi si incrosta. Tutto il mondo è qui sotto, non solo i tedeschi con il credito illimitato. Prossima extacion....esperanza. Finalmente tutto torna normale. Se solo questa chiesa non si stesse sciogliendo divendendo così simile al castello di Greyskull.
"Hey Man!" mi dice un tale.
Lo riconosco, è il comandante Gerry Garcia.
"Attacca il jack Gerry e fammi volare".
"Niente Jack ragazzo, seguimi".
Il vicolo è fetido nonostante sia a pochi metri dalla strada principale. C'è l'immondizia, il piscio, un trans che di prostituisce, un sexy shop simile a uno dei tanti negozi di souvenir. Il Bar Pastis non si nota, sembrerebbe uno dei tanti locali del Born o del Barrio Gotico, ma dentro c'è il sapore di Marsiglia, l'ho lette sulla guida. La mia immagine è riflessa nello specchio ed ho gli occhi a mandorla e una curiosità infinita di conoscere questo occidente così marginale.
Mi fanno male i piedi Gerry, dammi un passaggio sulla tua chitarra. Non ho neanche più i calzini e al loro posto porto delle buste di plastica del Carrefur con delle scarpe sfondante. Puzzo che appesto e nessuno mi si avvicina in questa strada dimenticata da dio e dai turisti. Solo un euro Gerry, un'ultima cerveza, l'ultima lattina di Estrella da quel pakistano che fugge dalla polizia.
Adios.