domenica, dicembre 24, 2006

Latinoamericana

La puzza di benzina mi fa girar la testa. Sono fermo al distributore da dieci minuti ma degli altri non c'è ombra. L'umidità mi divora le ossa e bagna ogni superfice. Devo superare quest'autunno atipico, questa nebbiolina angosciante. Ho bisogno di Caraibi. E' tremendo arrivare in anticipo ad un appuntamento con gente che si conosce solo marginalmente e non avere nenche un loro numero di telefono. Ogni motore che si avvicina potrebbe essere quello buono ma tutti i fari che abbagliano la strada prendono un'altra direzione.
Mentre l'effetto della verde sta per finire li vedo arrivare, sono loro, i miei colleghi. Sono tutti entusiasti per questa serata. E' da un anno che li sento parlare delle loro notti danzanti, di come il latinoamericano gli abbia cambiato la vita. Tutti sono stati folgorati sulla via di Santo Domingo. Nessuno escluso, anche quelli a cui non daresti una lira neanche se facessero l'elemosina senza braccia e senza gambe poggiati in terra come un pupazzo di neve. Tutti ballerini provetti con la loro lezione settimanale ed almeno una serata in balera.
E' un mondo immenso quello del latinoamericano, un universo musicale parallelo come quello dei neomelodici napoletani. Il latino però non si ferma solo alla musica, s'impossessa del tuo corpo, dei tuoi ritmi di vita, dei tuoi ormoni.
Mi dicono di salire a bordo. Cavalchiamo la nazionale al ritmo d'una bachata. Guida Mimmo, il leader dei salseri:"Ragà stò pezzo mi fa impazzire, la conoscete, vero?". Mimmo balla da poco più di due anni ma è gia avanti con le figure come se fosse un professionista, anche il maestro si è complimentato. Va a lezione insieme alla moglie e dice che il loro rapporto si è rinfiammato da quando danzano il latino. Certo, le tentazioni sono tante, ma in questo mondo c'è un codice che noi manichini non possiamo capire.
Il parcheggio del locale è gonfio di macchine nonostante sia un giorno feriale. Che il posto si chiama "Sombreros" me lo dice una luce intermittente al neon bianca e rossa. All'ingresso ci sono i soliti bestioni con le drink card e gli auricolari. Mi tuffo dentro l'america latina e capisco che sono vestito in modo inappropriato. Ero preparato per affrontare i 6 gradi che ci sono fuori e mi ritrovo in un luogo dove tutti sono sull'orlo del bikini.
Il locale è pieno ma non sono in molti a ballare per il momento. La clientela è eterogenea ma cerca la fusione molecolare pressandosi contro il bancone del bar. C'è uno strano incrocio di sguardi, tutti guardano tutti e mi sembra di essere un Diabolik che cerca di evitare il contatto con gli infrarossi di un allarme. I veterani del posto cercano di far ambientare me e gli altri esordienti. Decidono di darci una dimostrazione pratica e si buttano in pista. Mi butto verso il bar e riesco a portare via un negroni con il quarto ingrediente: l'acqua. Davanti a me si crea il vuoto. C'è un focolaio di rissa (come se non facesse già abbastanza caldo).
Siori e siore questa sera si fronteggiano...sulla mia sinistra: Con la camicia nera sbottonata ed il crocifisso in petto ...un tipo pachiedermico sulla cinquantina lavato di sudore e con un codino raccapricciante accompagnato dall'amico del cuore magrolino con pizzetto e capello nero corvino. sulla mia destra: Un gruppo di cinque ragazzi ubriachi presumibilmente al primo anno di università in cerca di pelo di qualsivoglia peso e dimensione.
Motivo del contendere: il rummecoca rovesciato dal ragazzetto scalmanato sulla gonna dell'accompagnatrice ucraina del ciccione.
"Chiedi scusa alla signora!"
"Chi cazza vù bummò"
Vista l'impossibilità di giungere ad un pacifico accordo suona il
GONG!
Parte il lardoso con un ceffone in pieno viso al giovinotto più gagliardo. Il proprietario del locale corre ai ripari"Rummeppera per tutti!" ma viene colpito in un occhio da un limone schizzato via da una bottiglia di Corona lanciata in aria da un membro della combriccola delle matricole. "Merda! Sono cieco!". La gang di studiosi da l'assalto ai matusa. Non sono vere botte, più che altro si smanaccia. I buttafuori si fanno largo tra la folla e iniziano ad afferrare gente a caso per lanciarla altrove. Uno degli universitari viene scagliato in aria facendo una parabola al ralenty come in un film di John Woo. Il tipaccio grasso ne ha abbastanza, si scrolla di dosso le piccole canaglie e prende la borsetta della rumena. Tira via la zip e fa per prendere il suo cannone.
Pause - Il tempo nel locale si ferma come colto da una mitragliata di ghiaccio istantaneo. L'attenzione è tutta puntata sul DJ e sull'annuncio che ha appena fatto al microfono.
" Anche questa sera è arrivato il momento di MISS BACINO"
Gli animi dei rissaioli si raffreddano per concentrarsi verso la nuova fonte di calore. Me ne avevano parlato tutti. Pensavo fosse il solito troione da balera. E' una Dea.
Play - Un corpo unto e mulatto si agita sbocciando da un pantalone a vita bassa. Sono tutti ipnotizzati dal suo movimento. Quelle anche divine e l'ombelico che rotea facendo veleggiare l'addome scolpito. I clienti sono in trance, me compreso. Iniziamo ad ondeggiare al ritmo del suo corpo. E' la danza definitiva, una coreografia che nessuno ha bisogno di imparare.
Mi sento posseduto. Le gambe si slegano dal loro abituale impaccio. Accanto a me c'è Nina. Le prendo le mani ed iniziamo a ballare una salsa. E' un vortice di movimenti, torsioni e contorsioni.
Le figure che eseguii quella notte, mi disse qualche tempo dopo il mio maestro, sono almeno da quarto livello, necessitano di anni di studio. Da quella volta ogni giorno feriale rappresenta solo l'anticamera di una notte caliente da passare tra mariachi e pina colada.
FWD - Oggi è il grande giorno. Finisco di allacciarmi le scarpe da ballo e do un ultimo sguardo al poster di Miss Bacino che troneggia nella mia stanza. Io e Nina gareggeremo per la prima volta in una competizione ufficiale che si terrà al palasport. Verrà gente anche da fuori provincia. E' una domenica soleggiata. Tiro la moto fuori dal garage e passo a prendere Nina. E' in gran tiro. Non sarà Miss Bacino ma è una perfetta compagna di ballo. Mi corre incontro con un sorriso grondante di gioia. Sfrecciamo verso il palazzetto. Lunedì è ancora lontano. Mi sento proprio Fonzie.

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

il latino america ruota tutto intorno al pelo. se sei bbello scopi se sei brutto scopi se sei buono scopi. le tardone di 40 anni sono le migliori. mamma mia come frecano ehehehehehe il solito anonimo

12:22 PM  
Anonymous Anonimo said...

e poi?

1:36 PM  
Anonymous Anonimo said...

e poi?

1:36 PM  
Blogger ilVino said...

Poi c'è il ritornello che fa più o meno così: "Ma lo sai che hai una bella moto stasera voglio uscire con te/ ma lo sai che hai una bella moto stasera sono tutta per te".
Per il seguito della storia dovete aspettare che io assita almeno ad una gara ufficiale di ballo. Non sono mica Salgari!

5:15 PM  

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