venerdì, giugno 23, 2006

NO

Francesco Bilancia è uno dei pochi professori ad aver lasciato in me una traccia evidente. Non ho mai sentito il bisogno di fuggire dalle sue lezioni, mi piacerebbe ascoltarlo di nuovo qualche volta. E' un uomo profondamente innamorato della costituzione ed in questi mesi l'ha difesa con tutte le armi che aveva a disposizione, pur ripudiando la guerra. Copio e incollo alcuni stralci da un suo articolo intitolato "Non si può stare sempre a guardare".
A fronte della più grave delle riforme del Governo delle destre, quella che mira a toglierci la Costituzione repubblicana antifascista del 1947, i cittadini sono finalmente chiamati a dare un segnale forte: «Non si può stare sempre a guardare», come recita l'ultima battuta di Alberto Sordi nel celebre film "Tutti a casa". Modificare i più importanti istituti costituzionali riducendone il disegno alla dittatura del Primo ministro con i soli voti di una critica maggioranza parlamentare, senza discussione né riflessione alcuna; assecondare il sogno di poteri senza limiti del Presidente del Consiglio eliminando tutti i meccanismi legali di controllo e limitazione del potere significa, infatti, eliminare dall'orizzonte esistenziale della nostra comunità di popolo la Costituzione come strumento politico di riduzione del potere a funzione nell'interesse dei cittadini. Della c. d. devolution non vale la pena neanche di parlare, tanto è palese l'intento discriminatorio dei cittadini per residenza geografica di cui tale parte della riforma è pervaso. Il centro motore del nuovo sistema è rappresentato dal governo, anzi dal Primo ministro, che concentrerà soltanto su di sé pressoché tutto il potere politico. Così neutralizzando contestualmente gli strumenti di garanzia politica e costituzionale giù propri del Presidente della Repubblica; il Parlamento perde ogni funzione di indirizzo politico e di controllo sul Primo ministro e ne diviene mera appendice; ogni elemento ritenuto di importanza per la realizzazione del programma di governo, starei per dire ogni desiderio del Primo ministro sarà, anche senza alcuna possibilità di emendamento, tradotto in legge. Tra il Primo ministro, i suoi programmi, i suoi desideri e la loro traduzione in legge, cioè, non esisterà più alcun ostacolo tecnico, formale, di garanzia, democratico che possa impedirne la realizzazione, anche contro la volontà del Parlamento, anche contro la stessa maggioranza di governo, anche contro la volontà del Consiglio dei Ministri.
...La nuova disciplina della questione di fiducia consentirà al Primo ministro di dominare una Camera dei Deputati ridotta a mera cassa di risonanza della sua propaganda mediatica. Il ricatto dello scioglimento anticipato potrebbe essere evitato soltanto nella improbabile ipotesi in cui deputati appartenenti alla stessa maggioranza espressa dalle elezioni in numero non inferiore alla maggioranza dei componenti della Camera siano in grado di approvare una mozione di sfiducia con designazione di un nuovo Primo ministro. Quali sono le concrete conseguenze sul sistema costituzionale e sul regime politico di queste nuove regole? Non è difficile immaginarlo, anche alla luce della più recente esperienza politica. Il Primo ministro avrà a sua disposizione il banale strumento di ricatto dello scioglimento anticipato della Camera per imporre al Parlamento, del resto composto dai suoi stessi fiduciari, ogni specifica legge che riterrà di fare approvare. Al di là del più squallido florilegio di leggi ad personam che la recente esperienza legislativa italiana ha consentito di collezionare, infatti, una sola persona sarà in grado di legiferare nelle più delicate materie, quali «l'esercizio dei diritti fondamentali, l'ordinamento giudiziario e l'indipendenza della magistratura, il pluralismo dell'informazione, i meccanismi elettorali, i rapporti tra politica ed economia» (come ci ricorda Leopoldo Elia). Resterà la sola speranza di poter tornare a votare alla fine della legislatura. Già, ma con quali garanzie e con quali regole «visto che quel capo, controllando e ricattando la maggioranza parlamentare, potrà nel frattempo cambiare le leggi che disciplinano i diritti e le libertà dei cittadini, l'indipendenza della magistratura, il pluralismo dell'informazione, i meccanismi elettorali, i rapporti tra politica ed economia, il sistema delle garanzie e dei controlli» (Bassanini). Si dirà, ma esiste pur sempre la possibilità, come abbiamo letto, che la maggioranza di governo impedisca lo scioglimento anticipato resistendo al ricatto del Primo ministro e scegliendo un suo sostituto per proseguire la legislatura. Qui vanno fatte due osservazioni assai semplici. La prima per dimostrare quanto la riforma approvata dalla destra al governo si fondi sulla discriminazione fraudolenta tra amici e nemici al solo scopo di perpetuare il regime che dovesse instaurarsi con la prima tornata elettorale successiva alla sua entrata in vigore. I deputati perderanno la caratteristica di tutti i Parlamenti dell'epoca liberaldemocratica dal secondo dopoguerra al tempo presente: l'eguaglianza. Senza rendersi conto di elaborare in ciò stesso disposizioni incostituzionali, oltre che eticamente inaccettabili in una democrazia, ed in palese aperto contrasto con quanto si ostina a stabilire l'art. 67 della Costituzione, i deputati vengono distinti in appartenenti alla maggioranza di governo e non. I primi saranno «più eguali degli altri» e solo loro avranno la possibilità di opporsi al ricatto del Primo ministro. A cosa servirà mai un'opposizione in Parlamento? Ma questo è ancora niente rispetto alla ipocrisia delle formule di cui agli artt. 88, comma II e 94, ultimo comma nella nuova versione. E siamo alla seconda osservazione: la mozione che potrebbe salvare il Parlamento dall'arbitriario scioglimento del Primo ministro deve essere approvata «da parte dei deputati appartenenti alla maggioranza espressa dalle elezioni in numero non inferiore alla maggioranza dei componenti della Camera»: il Primo ministro resta in carica quindi «anche se ha contro i 4/5 dei deputati della sua maggioranza». Basterà una stretta minoranza di suoi fedelissimi, un manipolo di selezionati soldatini ed il Primo ministro non potrà mai essere sfiduciato e sostituito. Addio al principio della separazione dei poteri: una sola persona al comando, una monocrazia (Ferrara), un regime di fatto votato alla drammaticamente silente sudditanza rispetto alla dittatura del Primo ministro. La minoranza che vincerà le elezioni eserciterà poteri dittatoriali per l'intera durata della legislatura, se non oltre. A che cosa servirà più il Parlamento? Quale libertà potrebbe residuare per i suoi deputati? E per fare cosa più, oramai? Come osserva Lorenza Carlassare «si realizza così in pieno il sogno autoritario di avere un'Assemblea legislativa solo per approvare, asservita e ridotta all'obbediente esecuzione, potendo nello stesso tempo vantare la permanenza della democrazia data l'esistenza di Camere espresse da libere elezioni. A distanza di sessant'anni dalla nascita della Repubblica e dall'entrata in vigore di una delle migliori costituzioni vigenti la storia si ripete, purtroppo, quella che aveva configurato tra il 1924 al 1943 sulle istituzioni e la società del Primo ministro, Capo del governo... Cosa altro deve accadere perché i cittadini che credono ancora nella democrazia, nello stato di diritto, nella costituzione, nella libertà e nell'eguaglianza di tutti si mobilitino in difesa dei propri valori?

6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

e speriamo che la gente si svegli e vada a votare invece che al mare!!

12:47 PM  
Blogger ilVino said...

Io farò entrambe le cose, anche se spero di trovare la fila al seggio. E' finita la tua agonia delle ferie?

1:32 PM  
Blogger Admin said...

politici di merda,me compreso.anzi no,io no.ok,un pò anch'io.ma non ho mai rubato,lo giuro.almeno fino ad ora.però voglio cambiare l'Italia.ma non ho voglia,meglio inizare a cambiare me stesso.tutto tace.e io me la rido.vota SI o vota No,la differenza è nell'unione delle tue parole a mò di rebus: ASiNo.commento strampalato,commento esogeno al mio gervello.

11:56 PM  
Blogger Admin said...

gervello,detto alla Ciriaco De Mita.intendevo cervello.però mi piace più gervello.

11:57 PM  
Blogger Franco said...

giao sgarfacce,io amigo,uomo biango è padrone!!!
ahahaha scarfaccce,ma come scrivi???gervello,manco gli africhesi lo dicono così!!!
duddo bello e niende garo ahahaha

2:38 PM  
Anonymous Anonimo said...

qui si batte la fiacca va bene che fa caldo però...
scrivi!!

4:28 PM  

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