venerdì, novembre 18, 2005

goticoAmare

La spiaggia libera al tramonto esprime un sentimento vacanziero sincero ed ostinato, al limite della disperazione. Un limbo in cui gli ultimi coraggiosi chiudono i loro ombrelloni sottraendo per ora dalla mia visuale quegli abbinamenti di colori che sanno di marcio ed ai quali neanche l’ombra ha il coraggio di offrirsi.
Da queste parti vedere qualcuno che si impiastra di protezione solare è un miraggio, davanti a me una distesa di turisti cotti al sangue, il pensiero che tra di loro possa esserci qualche fiorentino stuzzica il mio appetito. Una madre obesa ed ustionata scrosta residui di pasta al forno dalla padella sciacquandola nell’acqua del mare ed un randagio col pelo più incrostato della padella fa planare la lingua sugli ultimi brandelli di quei rigatoni così simili a cenere che ora galleggiano mollicci a riva.
Dei senegalesi che da ore giocano a calcio senza sosta decidono che è arrivato il momento di tornare a casa per fare la conta degli spiccioli, tutti e sei si infagottano di pile di successi dance resi roventi dal sole, occhiali, bracciali e costumi fiorati ed acrilici che già avranno irritato l’inguine di qualche sventurato ragioniere che aveva pensato di sfruttare la pausa pranzo andando al mare. L’ultima ad andare via è una vecchia cariatide in topless, orfana dei sei fustacchioni d’ebano ai quali ammiccare gingillandosi i capezzoli.
Siamo soli ora. Io e la Mia spiaggia.
La pelle d’oca mi assale la gamba destra fino al ginocchio, formiche cercano di scalarmi partendo dai piedi e zigzagando tra i peli, le scaccio via e l’occhio segue il loro percorso che da alcune erbacce spontanee che partono da un muretto posto tra la spiaggia e la strada le porta per un tratturo di mozziconi, tappi e cartacce fino alle mie estremità inferiori. Avevo anche provato con una delibera a far spianare quell’inutile sterpaglia: "sono dune" disse il TAR "gli ultimi esempi di macchia mediterranea nella nostra regione". Affanculo!

Mi alzo in piedi camminando verso la riva. Un braccio! Un piede! Parti di viso!......corro!!!
Con l’acqua alle ginocchia rimango fisso e tremante a guardare quel corpo che la corrente ha portato sulla Mia spiaggia.

Dev’essere stata un incanto fino a ieri. Nonostante i tratti del viso siano alterati dall’acqua che ha in corpo ed un lieve accenno di decomposizione faccia in modo che il colorito della sua pelle tenda al BLU, capisco che la sua identità rimarrà ad ammuffire tra le carte di qualche ufficio anagrafico dall’altra parte dell’adriatico.
Le carezzo la guancia ed una lacrima si stacca dolente dal mio occhio. Avrei voluto conoscerla. Le avrei dato tutto: via questi cenci che ha addosso, altro che vita in una stamberga, le avrei regalato una pelliccia di leone con l’innesto di una tigre(P.C.).
Sollevo il suo corpo pesante dal mare e penso che in vita debba essere stata leggera. Se l’avessi tenuta in braccio mi sarei sentito forte come quando da bambino facevo il bagno con la mia amica Clara sollevandola e trasportandola in acqua, credendo di avere chissà quale forza e conoscendo molto poco le leggi della fisica.
La adagio sulla sabbia ed i capelli le si spandono come un tappeto, così lunghi che la mia gelosia sarebbe stata quietata dalla sicurezza che nessuno avrebbe potuto guardarle il fondoschiena coperto com’era da quella cascata di pudore ed eleganza sfibrata.
Da illuso cerco di sentire se il cuore le batte ancora : NO!

Non ragiono più, come se l’amassi da una vita le do un bacio e continuerei se i miei occhi non incrociassero….delle dita! Una mano! UN UOMO!
…Alzo lo sguardo e capisco, vedo e sudo…
Alcune decine di corpi galleggiano tra me e gli scogli.
Dio cane! Sarà la terza barca in un mese, le altre due si sono salvate per miracolo ma a questi è andata male ed ora sono qui, morti nel Mio mare.
Non posso permettermelo, i patti con albergatori ristoratori balneatori e speculatori erano chiari, mi hanno fatto eleggere per portare questo lido allo splendore di vent’anni fa, sarebbe una catastrofe, la morte di questo paese. Nessuno verrebbe in vacanza con l’attrattiva di un cimitero ondeggiante, e pensare che il mio slogan elettorale recitava: “Un mare di novità”. Sai che novità 40stronzi galleggianti.
Ho bisogno di pensare….sarà almeno un ora che in spiaggia non c’è più nessuno.
Lo devo fare per la mia gente e poi ho persone fidate che mi aiuteranno, capiranno, nessuno saprà nulla.
Prendo il cellulare , le gocce di sudore cadono sulle dita tremanti che freneticamente compongono il numero…squilla…"Commissario Montanari...ci sono delle pulizie da fare".